Amazon acquista Whole Foods Market per ben 14 miliardi e si prepara a trasformare una volta per tutte l’esperienza di vendita al dettaglio così come l’abbiamo sempre conosciuta. Consegne a domicilio, negozi senza casse e pagamenti online sono già il presente.
L’accordo tra Amazon e Whole Foods ha letteralmente diffuso il panico tra i supermercati tradizionali a stelle e strisce. Tra questi naturalmente vi sono Walmart e Costco, rispettivamente la prima e la terza catena di supermercati più grandi al mondo.
Walmart, negli ultimi mesi, ha cominciato ad investire nell’ecommerce inaugurando la possibilità del Pickup Discount. Di che si tratta? È l’opportunità di ricevere un ulteriore sconto su articoli selezionati, (non food e solitamente ingombranti), in cambio del loro ritiro da parte dell’utente presso uno store di zona. Più o meno una specie di click & collect.
Costco, invece, è già alla ricerca di un partner tecnologico con cui poter cominciare ad innovare le proprie strategie di vendita al dettaglio ed online.
Per cui, in un contesto così competitivo, specie dopo l’ingresso di Amazon nel settore del grocery, si aprono nuovi scenari per tutte quelle start up tecnologiche finora sottovalutate come Shipt, StorePower e Grubmarket. Così gli altri supermercati tradizionali dovranno darsi da fare per non rimanere schiacciati dallo scontro dei players principali in fatto di consegne a domicilio.
Jeff Bezos e la strategia omnicanale
Perché Amazon avrebbe acquistato Whole Foods? Da un lato, Whole Foods aveva subito di recente una flessione delle vendite e un calo della redditività, tant’è che gli azionisti avevano chiesto un cambio di rotta verso strategie online ed e-commerce.
Dall’altro, Jeff Bezos continua imperterrito la strategia offline. Non si arresta al primo store fisico Amazon Go, inaugurato a inizio 2017 a Seattle. Al contrario, per ben 14 miliardi, rileva Whole Foods: non solo un marchio conosciuto, affidabile e amato da milioni di consumatori ma anche, e soprattutto, una rete estremamente capillare di punti vendita. Per l’esattezza si tratta di 430 punti vendita fisici con cui poter gestire in maniera ottimale i flussi logistici (le consegne a domicilio). Infatti, non è escluso che alcuni punti vendita potrebbero anche essere trasformati in dark store o nuovi punti vendita Amazon Go. O, più semplicemente, potrebbero essere rivenduti per poi monetizzare gli immobili.
430 punti vendita Amazon?
Tre mosse in una quindi per il colosso dell’e-commerce: ottimizzazione dei flussi logistici, negozi fisici (e non digitali) e food bio e organico. Come ha affermato Bezos al Guardian: “Milioni di persone amano Whole Foods perché offre i migliori alimenti naturali e biologici, e rende divertente il mangiare sano. Whole Foods ha soddisfatto, deliziato e nutrito i suoi clienti per quasi quattro decenni: sta facendo un lavoro straordinario e noi vogliamo che tutto ciò continui”.
Amazon continua quindi a mettere in pista strategie offline, rilevando veri e propri negozi di vendita al dettaglio. Sarà un caso che Amazon Fresh detenga solo il 3% del mercato delle consegne a domicilio di generi alimentari negli Stati Uniti? Che abbia finalmente compreso quanto sia importante la dimensione analogica dello shopping alimentare? Ovvero quanto gli utenti ci tengano a scegliere i prodotti freschi di persona. Annusandoli e provandoli al tatto, invece di ordinarli da internet.
Ma quale sarà la prossima mossa di Amazon dopo l’acquisto di Whole Foods?